“Tempo” è una parola italiana che significa “tempo” o movimento Molti termini musicali provengono dalla lingua italiana. Il lessicografo musicale Nicolas Slonimsky continua nel suo libro Lezionario della musica “(il) significato universale in tutte le lingue, però, è l’esecuzione musicale. Anche i segni che indicano il tempo sono universalmente italiani: largo, adagio, andante, allegretto, presto e prestissimo. Questi le definizioni sono spesso qualificate con termini di cautela come ma non troppo o poco. Il primo tentativo di dare un significato preciso a questi vaghi modificatori italiani fu fatto dal dotto liutista, compositore e teorico tedesco Johann Quantz (1697-1773), che scelse saggiamente come norma il battito naturale del cuore umano di 80 battiti al minuto e, prendendo 4/4 come indicazione del tempo di base, assegnò la durata esatta del battito a una minima dell’allegro, a un quarto nota in allegretto, ad un’ottava in adagio.

L’invenzione del metronomo: ’invenzione del moderno metronomo si deve, in grandissima parte, all’opera di Dietrich Nikolaus Winkel (1777-1826), compiuta sulla base del cronometro di Loulié e degli studi compiuti fino a quel momento. Nel 1814, mentre eseguiva alcuni esperimenti con un pendolo metallico, Winkel scoprì che questo, fissato con un perno al centro e recante due pesi su entrambe le estremità (ossia uno in alto, libero di muoversi, e un altro in basso, fisso), era in grado di battere un tempo costante. Poteva inoltre compiere lente oscillazioni: in tal modo, finalmente, si risolveva l’annosa questione che tanto aveva impegnato Loulié ed altri. Lo strumento di Winkel batteva il tempo producendo un ticchettìo: non si trattava più, dunque, di un dispositivo muto. Winkel donò il suo strumento all’Istituto per le Scienze, la Letteratura e le Arti di Amsterdam. Tuttavia, egli non registrò la sua invenzione. Nel 1816, Johann Nepomuk Mälzel (1772-1838), che in quel periodo stava lavorando ad una versione migliorata di un modello denominato cronometro di Stöckel, ebbe modo di vedere lo strumento. Le intuizioni di Winkel concernenti il doppio pendolo e il peso mobile collocato in alto parvero a Mälzel come risolutive.  Dopo l’aggiunta di alcune migliorie, egli brevettò lo strumento con il nome di metronomo (di Mälzel). Si deve a lui, infatti, l’introduzione della parola metronomo (dal greco μέτρον, “misura”, e νόμος, “legge”). Il metronomo meccanico di Mälzel, dunque, era costituito da un doppio pendolo metallico, dotato di un peso fisso alla sua base per assicurare un’oscillazione isocrona e di un altro al vertice, più piccolo, in grado di scorrere grazie ad un corsoio. Ciò permetteva di regolare, con l’ausilio della scala graduata posta dietro il pendolo, il numero di scatti prodotti dal meccanismo in ogni minuto. Nel corso dei decenni, furono costruite diverse versioni dello strumento: ai nostri giorni, oltre al tradizionale metronomo meccanico, esistono anche modelli elettronici e digitali, a volte integrati in altri dispositivi, come, ad esempio, negli accordatori.

Torniamo al discorso sull’orologio interno.

Una volta che abbiamo messo in movimento le nostre note, a tempo, siamo pronti a correre. Spesso prendiamo il tempo dal direttore d’orchestra o dal leader del gruppo in cui suoniamo (e spesso, ovviamente, il batterista che stacca il quattro). Altre volte, iniziamo semplicemente a suonare ad un certo ritmo senza considerare veramente come o perché… sembra semplicemente naturale.

Qualunque sia il tempo una volta iniziato, è necessario suonare le nostre note a tempo. Questo “tempo” è una sequenza di note ritmiche. La stabilità del ritmo e del tempo complessivo, così come l’autenticità di qualunque stile stiamo suonando, è garantita dalla consapevolezza e dall’utilizzo delle suddivisioni di quella musica. Anche la stabilità del tempo è importante nella maggior parte della musica!

ESERCIZIO N.1

Suono una parte ritmica e prendo il tempo da un metronomo. Mi registro senza metronomo e verifico riascoltandomi con metronomo. Verifica se il valore di partenza è stato rispettato.

Vedi foglio allegato per bodypercussion: mani gruppo A, piedi gruppo B

ESERCIZIO N.2

Suonare un brano insieme ad altri e a turno si lasciano suonare da soli i singoli componenti per un numero definito di battute.

Verificare tramite registrazione come è andata con la pulsazione?

Poi suonare tutti insieme. Vedi partiture.

Il range (la gamma) dei tempi possibili è enorme. Essere in grado di suonare a qualsiasi tempo richiede FIDUCIA. Il modo migliore per acquisire sicurezza è attraverso l’ESPERIENZA, e il modo migliore per acquisire esperienza è suonare e PRESTARE ATTENZIONE a ciò che sta succedendo, musicalmente e in altro modo. In altre parole CONCENTRARSI.

Dovremmo contare mentre suoniamo?

Contare è un buon modo per evitare di “perdersi” in un brano musicale stampato, ma per il bene del divertimento, consiglio al musicista di cantare la suddivisione da solo (piuttosto che contare i numeri). Ciò garantirà che venga lasciato lo spazio adeguato tra ogni nota e guiderà il musicista su come catturare al meglio la sensazione di qualsiasi tipo di musica. Quando canto le suddivisioni da solo, generalmente canto le suddivisioni insolite. Se suono quelle suddivisioni, la loro realizzazione rifletterà il mio canto/consapevolezza (in altre parole, non saranno solo le mie mani o i miei piedi a suonare, ma tutto il mio essere musicale). Questo mi aiuta anche a “onorare” la giusta quantità di spazio tra ogni singola nota (che la suoni o meno)! Dovresti “cantare”, pensare o sentire le suddivisioni nel modo che preferisci. Inizieremo esprimendo tutte le suddivisioni come indicato di seguito.